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Parodontite

Le malattie paradontali sono tra i problemi dentali più diffusi tra le popolazioni dei Paesi occidentali, e solo in Italia colpiscono il 60% della popolazione. In particolare, le paradontiti colpiscono persone tra i 35 e i 45 anni di età, e il 10/15% della popolazione manifesta forme gravi di patologie dentali. (cit. Ministero della
Salute 13-02-2013)

Malattie parodontali: che cos’è la parodontite

Le malattie parodontali provocano gravi alterazioni a carico delle strutture che circondano il dente, che possono condurre alla recessione gengivale e infine alla perdita dei denti.

Esse interessano l’area del parodonto, ovvero i tessuti attorno ai denti che li mantengono attaccati allo strato osseo, composti da gengiva, cemento radicolare, osso alveolare e legamento parodontale.

La parodontite (detta anche piorrea) consiste nell’infezione cronica del parodonto che conduce a un costante riassorbimento osseo e, nelle situazioni più avanzate, alla caduta dei denti.

Se la placca batterica non viene rimossa con costanza essa porta a una lieve infiammazione gengivale che, se non opportunamente trattata, può progredire sino a intaccare i tessuti che circondano la gengiva. Nei casi più gravi si può giungere alla caduta spontanea di uno o più denti.

Si tratta di patologie in genere asintomatiche, pertanto possono proseguire spesso indisturbate nel distruggere il tessuto dentale. L’infiammazione cronica del parodonto attacca il collegamento tra denti e gengive e provoca il riassorbimento dell’osso, ovvero la parodontite.

La piorrea in Italia conduce spesso all’edentulismo parziale o totale, ovvero alla caduta dei denti completa o in parte, situazione che incide profondamente sul benessere sociale e psicologico di chi ne è affetto.

Le cause della parodontite: cosa provoca la piorrea

 

La paraodontite consiste in un’infezione batterica polimicrobica che causa l’infiammazione del parodonto, cioè del complesso dei tessuti che sorreggono i denti. Le parodontiti sono strettamente connesse agli stili di vita e alla predisposizione genetica dei soggetti in questione.

 

Le cause della parodontite principali sono da ricercarsi in:

  • fattori genetici (es. malattie quali diabete)
  • condizioni sistemiche
  • abitudini alimentari
  • eccesso di accumulo di placca batterica e insorgenza del tartaro
  • scarsa pulizia dei denti: l’uso scorretto di spazzolino e filo interdentale riduce la possibilità di conservare intatta la gengiva
  • gravidanza
  • fumo: le sostanze nelle sigarette distruggono le cellule preposte al sostegno dei denti e rendono i trattamenti della parodontite meno efficaci
  • comportamenti di vita scorretti
  • stress: la tensione nervosa indebolisce le difese immunitarie e favorisce la diffusione dei batterici
  • irregolarità dei denti (es. malocclusioni che rendono più difficile spazzolare i denti in ogni punto)
  • terapie farmacologiche: farmaci dell’umore, contraccettivi e per il trattamento della pressione alta possono ingrandire il volume delle gengive e peggiorare la salute della bocca

 

La causa principale dell’infiammazione delle gengive è il deposito di alcuni ceppi batterici a livello gengivale, che se non rimossi si accumulano giornalmente generando tossine che conducono all’infiammazione della gengiva. Quando l’infiammazione si spinge oltre un certo punto, il tessuto dentale finisce per essere troppo compromesso per tenere fermo l’osso e i denti finiscono per cadere.
È possibile anche che la parodontite sia contagiosa, ovvero che la trasmissione di agenti batterici avvenga attraverso la saliva (ad esempio con un bacio).

I sintomi della parodontite: come riconoscere la piorrea

problemi parodontali

 

Le parodontiti si manifestano come una erosione progressiva dell’apparato di supporto dei denti, che conduce alla mobilità o alla perdita dei denti stessi. Le gengive in questo caso si possono presentare come gonfie, doloranti e tumefatte, oltre che particolarmente sensibili al contatto con i cibi duri.

 

Contrariamente a quanto si crede, la parodontite può colpire anche i più giovani, pertanto è fondamentale insegnare le corrette pratiche di buona igiene orale quotidiana per limitare la possibilità di insorgere della piorrea.

 

Questa patologia dentale si diversifica in base al grado di infezione, anche se a qualsiasi livello conduce al danneggiamento dei tessuti parodontali. Lo stadio iniziale è detto gengivite, per giungere allo stadio più grave che consiste nella caduta dei denti, che può verificarsi con tempistiche differenti.

 

Il primo sintomo per il manifestarsi della parodontite consiste però nella recessione gengivale: le gengive si ritraggono lasciando scoperta la radice del dente. Si formano così delle sacche ove si vanno a depositare residui di cibo che ospitano pericolosi batteri, i quali provocano infiammazioni a danno dei tessuti e della base del dente.

 

sintomi della parodontite più comuni comprendono:

  • abbassamento delle gengive
  • ridotta stabilità dentaria: i denti iniziano a dondolare per poi a cadere
  • sanguinamento e dolore delle gengive
  • scarsa stabilità dei denti
  • elevata sensibilità al caldo e al freddo
  • ipersensibilità agli sbalzi di temperatura
  • presenza di ascessi gengivali
  • sensazione di vedere i denti più lunghi
  • tendenza a digrignare i denti (bruxurismo)
  • alitosi (alito cattivo)

Come prevenire la parodontite: la prevenzione della piorrea

problemi parodontali

Non bisogna mai sottovalutare i sintomi della parodontite: tale negligenza può condurre all’aggravamento della piorrea e a ridurre il margine di azione per curare il parodonto.

 

È quindi fondamentale sottoporsi a periodiche visite odontoiatriche per riconoscere in tempo i sintomi di tale patologia dentale, per diagnosticare precocemente la sua comparsa e valutare le corrette terapie da intraprendere.

 

Per ridurre le possibilità di insorgere della piorrea occorre pulire regolarmente i denti tramite filo interdentale o scovolino, e ridurre il più possibile il fumo.

Come curare la parodontite: le cure per la piorrea

 

La parodontite è una malattia cronica provocata dall’aggressione delle strutture di sostegno dei denti da parte dei microrganismi nocivi, e non può essere rimossa in via definitiva.

 

Tuttavia la piorrea del cavo orale deve essere curata in maniera tempestiva per bloccare la sua progressione e migliorare le condizioni di vita del paziente.

 

Se l’infiammazione del tessuto dentale viene individuata e trattata prontamente, l’erosione del tessuto dentale può arrestarsi. Il risultato della terapia della parodontite dipende molto dalla qualità dell’igiene orale adottata in seguito alla cura della ritrazione gengivale.

 

Innanzitutto, occorre sensibilizzare il paziente sul ruolo che riveste l’igiene orale accurata e quotidiana nel trattamento della malattia.

 

Ciascuno di noi dovrebbe porre molta attenzione ai possibili sintomi (denti che si muovono, alito cattivo frequente, problemi ereditari…) tali da giustificare una visita dall’ortodontista.

 

Sperare che la parodontite sparisca con semplici buone pratiche di igiene dentale significa lasciare libera la malattia di proseguire e di intaccare il tessuto del parodonto.

 

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Periodiche visite di controllo sono necessarie per permettere allo medico parodontologo di valutare il decorso della malattia. Siccome l’accumulo di placca e tartaro conduce all’insorgere della parodontite, una pulizia dentale con visita odontoiatrica almeno una volta l’anno è consigliata per limitare i fattori di rischio.

 

La terapia della piorrea può avvenire può essere di natura non chirurgica e chirurgica.

 

Nel corso della prima visita si procede a un PSR (Periodontal Screening and Recording) nel quale si valutano le condizioni delle gengive, a cui può seguire eventualmente un test microbiologico e un’analisi genetica. Tali test vengono ripetuti al termine del trattamento per valutare lo stato di regressione della malattia.

 

La terapia tradizionale della parodontite si basa sul ricorso a farmaci antibiotici e terapie chirurgiche, che però sono limitate dal fatto di riuscire ad agire soltanto sul livello superficiale dell’infezione del parodonto. Le cure tradizionali della parodontite aprono quindi la strada a una ricomparsa della malattia e non riescono a rimuovere a fondo le cause dell’infiammazione del parodonto.<

 

Durante la prima fase della cura della parodontite si procede a rimuovere il tartaro e la placca batterica (scaling) alla base dell’infezione per mezzo di pulizia e levigatura radicolare (root-planing). Saranno necessarie una o più sedute con l’igienista dentale a seconda dello stadio della malattia che interessa il paziente.

 

Se la rimozione del tartaro non è sufficiente a curare la parodontite occorre procedere a una terapia rigenerativa. L’odontoiatria preleva una porzione di tessuto molle del palato e lo pone sopra la gengiva ritratta: l’intervento mira a riparare il deficit del tessuto gengivale e farla ricrescere fino a occupare la posizione precedente. Se l’intervento ha successo, dopo una settimana i tessuti riescono a rimarginarsi e la gengiva torna al proprio stato originario.

 

Se la malattia parodontale ha già intaccato l’osso del dente bisogna praticare una terapia chirurgica resettiva per tentare di recuperare il tessuto osseo deteriorato, eliminare il tessuto infiammato e rimuovere il tartaro presente sulle radici.

 

La terapia per la cura della parodontite più all’avanguardia consiste nell’utilizzo del laser parodontale. il laser elimina seduta stante i batteri collocati nelle aree parodontali non trattabili con i farmaci poiché poco vascolarizzate.

 

La terapia antibiotica della parodontite è un trattamento aggiuntivo che non costituisce una soluzione valida al 100%, siccome la componente batterica può sviluppare resistenza a tale trattamento.

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